Film sul vino: Resistenza Naturale

Tornano le recensioni dei film dedicati al vino con una pellicola che farà felici gli amanti dei vini naturali!

Recentemente ho recuperato Resistenza Naturale (2014) di Jonathan Nossiter e oggi vi racconto perché, secondo me, vale la pena vederlo.

Trailer in Italiano

I protagonisti di questo film sono quattro piccole cantine: Corrado Dottori e Valeria Bochi (La Distesa), Elena Pantaleoni e Giulio Armani (La Stoppa), Giovanna Tiezzi e Stefano Borsa (Pacina) e Stefano Bellotti (Cascina degli Ulivi).

Questi produttori, seduti attorno ad un tavolo, in situazioni di vita quotidiana o intenti nel lavoro ci raccontano la loro “resistenza” in difesa dell’autenticità, della biodiversità e della libertà. 

«L’agricoltura è lecita se noi ricostruiamo ogni giorno l’equilibrio naturale che abbiamo rotto facendo agricoltura».
— Stefano Bellotti, Cascina degli Ulivi, Novi Ligure

È bene precisare che non si parla di vino biologico, ma di naturale nel senso più ampio del termine: nessun trattamento chimico né sulla pianta né in fase di vinificazione, solo lieviti indigeni, niente solforosa, etica nel prezzo e nella retribuzione dei collaboratori, rispetto verso la natura e le persone che dà origine a vini non riproducibili su grande scala, con una lenta evoluzione, non sempre perfetti.

Nell’enologia “classica” sembra non esserci spazio per questi vini: devi sempre sapere come verrà il tuo vino, avere la massima resa, fare un prodotto pronto per la vendita e sempre uguale per il consumatore, quindi devi usare la chimica.

Questi viticoltori sono i custodi del terroir, non solo come territorio agricolo, ma anche come luogo storico e culturale, dove è la natura a dettare leggi e condizioni.

Perché vedere questo film

Resistenza naturale

Scopriremo diverse cose interessanti: che molte cantine sono in mano a banche, assicurazioni e ricchi imprenditori stranieri;;

che la capacità di raggiungere in profondità i nutrienti del terreno con le radici è ridotta per le

viti trattate chimicamente

(questo origina profumi “appiattiti");;

che le denominazioni DOC e DOCG spesso non tutelano le lavorazioni storiche autentiche, ma quelle dei grandi produttori quindi sono sempre meno sinonimo di tipicità e qualità, malgrado servano proprio a legare un vino ad un territorio.

Un esempio è l’uscita di La Distesa dalla DOC "Verdicchio dei Castelli di Jesi” per un’annata che diede al vino un colore dorato anziché “paglierino con riflessi verdognoli” come da disciplinare.

Quell’estate era stata molto calda, le bucce erano leggermente “scottate” ed essendo questa una condizione naturale, si erano rifiutati di chiarificare il vino per cambiarne il colore.

Questo film, che ha vinto l’Orso d’oro di Berlino nel 2014, racconta in maniera piacevole e leggera temi seri ed è interessante anche per l’inserimento di spezzoni di film rari (anche Chaplin e Hitchcock) e tv d’epoca (il viaggio cult di Mario Soldati).

Dove vederlo

Potete trovarlo in streaming gratuitamente su Youtube a questo link: (audio italiano con sottotitoli in francese).

Se invece preferite acquistarlo, su Amazon il dvd costa 11,40 € e potete trovarlo QUI.

Lo consiglio a tutti gli amanti dei vini naturali, ma anche a chi non è troppo convinto, almeno per conoscere un modo diverso di fare il vino da parte di chi lo considera una fonte di convivialità, socialità e gioia di vivere.

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